La formazione degli analisti e il compito della psicanalisi by Ettore Perrella

La formazione degli analisti e il compito della psicanalisi by Ettore Perrella

autore:Ettore Perrella [Perrella, Ettore]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: La ragione freudiana 2
editore: Polimnia Digital Editions
pubblicato: 2023-08-26T22:00:00+00:00


2. 4. 12. L’ascesi platonica

Una conferma di questa lettura della Repubblica si può trarre dalla Lettera VII di Platone. Certamente è una conferma interrogativa, perché non tutti sono concordi nell’attribuire questo testo a Platone. In ogni caso, dal momento che la maggior parte dei filologi è a favore dell’autenticità, e che noi stessi pensiamo che nessun falsario avrebbe scritto un testo così poco platonico (almeno nella forma) per contraffare Platone, crediamo che valga la pena di tenerne conto, perché molti dei punti che restano oscuri nella Repubblica vi sono almeno in parte chiariti. Si tratta d’altra parte d’una lettera aperta ai siracusani, che avevano chiesto ancora una volta l’aiuto di Platone: ci troviamo, negli ultimissimi anni di vita del filosofo, nuovamente dinanzi al suo impegno politico. Nella lettera Platone rievoca la sua visita a Dionisio II. Gli parlai, egli dice, rendendomi conto che non aveva alcun vero interesse filosofico. Più tardi egli ha messo in circolazione un suo scritto in cui espone come idee sue cose udite da me; lo stesso hanno fatto altri.

Questo tuttavia io posso dire di tutti quelli che hanno scritto o scriveranno dicendo di conoscere ciò di cui io mi occupo per averlo sentito esporre o da me o da altri o per averlo scoperto essi stessi: che non capiscono nulla, a mio giudizio, di queste cose. Su di esse non c’è né vi sarà alcun mio scritto. Infatti non è dicibile come gli altri mathémata, ma s’accende da una lunga coesistenza attorno allo stesso lavoro [prágma] e dal vivere insieme, come luce che s’accende da un fuoco che balza: nasce d’improvviso nell’anima dopo un lungo periodo di discussioni sull’argomento e una vita vissuta in comune, e poi si nutre di sé medesima. Questo tuttavia io so, che, se ne scrivessi o parlassi io stesso, queste cose io le direi come nessun altro saprebbe (341 b-d).

È evidente che tutto ciò è in rapporto con quanto è accennato, ma non detto, nella Repubblica. Il máthema che non è rhetón, dicibile, è senza dubbio il mégiston. Il sapere che vi è in questione non è indicibile per natura ma, come abbiamo già rilevato, perché se ne potrebbe parlare veramente solo a coloro ai quali non è utile parlarne, perché lo conoscono già, mentre non serve a nulla parlarne agli altri:

Se invece io credessi che si dovessero scrivere e rendere note ai più in modo adeguato e si potessero comunicare, che cosa avrei potuto fare di più bello nella mia vita, che scrivere di queste cose utilissime per gli uomini, traendone alla luce, per tutti, la natura? (341 d-e)

Ma nella lettera Platone va più in là, e articola in dettaglio la sua teoria della conoscenza, senza dubbio quale era alla base dell’insegnamento all’Accademia. Cinque, scrive Platone, sono i fattori della conoscenza. Per esempio,

ciascun cerchio, di quelli che nella pratica si disegnano o anche si costruiscono col tornio, è pieno del contrario del quinto, perché ogni suo punto tocca la linea retta, mentre il cerchio vero e proprio non ha in sé né poco né molto della natura contraria.



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